L’anidride carbonica è un gas inodore e incolore presente naturalmente nell’atmosfera terrestre. Oltre a essere uno degli “scarti” della nostra respirazione e di quella di tutti gli altri esseri viventi, piante comprese, è anche una delle sostanze derivanti dalla combustione del gas naturale, del metano o del carbone, ed è quindi (purtroppo) una delle responsabili dell’effetto serra.
È però anche un gas fondamentale per l’industria: l’anidride carbonica, infatti, ha molteplici utilità.
Nell’industria alimentare viene adoperata, ad esempio, per dare effervescenza all’acqua o alle altre bevande gassate. Se avete letto sul packaging di un alimento “confezionato in atmosfera protettiva”, quell’atmosfera protettiva è una miscela di gas fra i quali è presente l’anidride carbonica. La CO2, inoltre, viene usata anche nel trasporto degli alimenti deperibili, grazie alla sua temperatura di -78,5 °C quando è allo stato solido.
Nell’industria agroalimentare l’anidride carbonica viene utilizzata nella produzione di alcuni fertilizzanti, mentre nella manifattura è fondamentale per la saldatura, proteggendo le superfici dall’ossidazione. Nel settore siderurgico, invece, è un ottimo anticorrosivo e un additivo nell’indurimento degli stampi di colata.
Nel settore medicale, infine, viene aggiunta all’ossigeno per stimolare la respirazione.
La concentrazione di anidride carbonica in ambienti principalmente chiusi come quelli industriali, quindi, è da monitorare con attenzione. Valori come lo 0,08%, nella norma ma sopra la media, peggiorano la qualità dell’aria e fanno diminuire il livello di concentrazione e il benessere dei lavoratori che la respirano.
Se la percentuale aumenta ancora la CO2 diventa nociva, arrivando alle conseguenze derivanti dall’ipercapnia (l’accumulo eccessivo di anidride carbonica nel sangue), dalle alterazioni del battito cardiaco alla letargia, sino addirittura al coma e alla morte.
Ecco perché è fondamentale monitorare la concentrazione di anidride carbonica nelle industrie, ed ecco che Beinat arriva in supporto delle aziende con SG850-CO2, un dispositivo IP66, che misura la presenza di CO2 nell’aria con un sensore a infrarossi.
Dopo aver settato la soglia di allarme (5, 10, 15 o 20%) il sensore monitora la qualità dell’aria, gestito da un microprocessore che, oltre a fornire il segnale di allarme, ne gestisce l’autodiagnosi e la relativa calibrazione automatica, per avere rilevamenti sempre precisi. Un must-have per ogni azienda!